Un piccolo borgo suggestivo e isolato, in gran parte percorribile solo a piedi, con stradine lastricate in pietra, antichi archivolti, case con architravi e lapidi tardo medioevali, i ruderi del possente castello distrutto dagli Spagnoli nel XVII secolo, le interessanti architetture religiose della Parrocchiale di San Giorgio e del Santuario della Carpeneta, la semplice ma suggestiva raccolta di oggetti del mondo contadino nella ex-chiesa di Santa Caterina. Il tutto inserito in un contesto paesaggistico unico, tra boschi, calanchi fioriti di ginestre e di timo selvatico, con un panorama che spazia dall’Appennino Ligure alle Langhe alla Pianura Padana. Terra di robiole di capra, vini di collina, tartufi e funghi, cacciagione e carne di qualità, nocciole gustose e miele profumato.
Questo è Montechiaro d’Acqui, un gioiello raccolto abbarbicato alla collina, punto di sosta per sentieri alla scoperta del territorio. A 5 km. la Piana di Montechiaro, in comoda posizione lungo la S.S. n. 30 Acqui-Savona e servita dalla ferrovia, ha avuto un notevole sviluppo negli ultimi decenni e oggi è la sede di tutti i principali servizi e degli esercizi commerciali del paese. Ne testimoniano l’antico insediamento i ruderi della Pieve del VII secolo e l’alta ciminiera in mattoni, ricordo della grande fornace che è stato il simbolo della prima industrializzazione della Valle Bormida.